UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI GIURIDICI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Quando l'unione non è nel Signore… Puntualizzazione per una pastorale dei fedeli divorziati risposati

do la fede non c'è e si è subito un battesimo non richiesto, perché l'unico matrimonio valido è il matrimonio sacramento? In questa linea infine si auspicherebbe un più ampio esercizio del "potere delle chiavi" per la risoluzione di vincoli matrimoniali solo formalmente contratti. Note: in allegato l'intero documento 0. Premessa Non è da oggi […]
11 Febbraio 1999

do la fede non c'è e si è subito un battesimo non richiesto, perché l'unico matrimonio valido è il matrimonio sacramento? In questa linea infine si auspicherebbe un più ampio esercizio del "potere delle chiavi" per la risoluzione di vincoli matrimoniali solo formalmente contratti.

Note: in allegato l'intero documento

0. Premessa

Non è da oggi che teologi, canonisti, pastoralisti e sociologi discutono e confrontano opinioni e proposte sul delicato tema dei fedeli divorziati risposati, della loro cura pastorale, delle nullità matrimoniali e delle procedure canoniche per dichiararle tali. Anche su alcune riviste si è scritto sull'argomento; ma non pochi ragionamenti hanno suscitato riserve, perché in contrasto con il Magistero della Chiesa più volte ricordato in pronunciamenti ufficiali. Nessuna riserva, ovviamente, anzi il riconoscimento di un merito, quando si ribadisce la necessità di una pastorale più seria e rigorosa nella fase di preparazione al matrimonio, in presenza di una cultura diffusa che mina le basi umane e cristiane dell'istituto matrimoniale e della vita familiare, tenuto anche conto che molti giovani non hanno un'idea chiara circa la natura sacramentale e le proprietà essenziali del matrimonio cristiano.
Questa nuova situazione è una sfida pastorale che la Chiesa deve affrontare con coraggio e fiducia. Molta strada resta da percorrere nel campo della pastorale pre-matrimoniale, non riducibile a pochi incontri di catechesi che precedono la celebrazione del sacramento. Non si può essere d'accordo invece quando si dice che il trattamento ecclesiale dei fedeli divorziati risposati da parte dell'istituzione ecclesiastica e di gran parte dell'azione pastorale è discriminatorio rispetto agli altri, perché essi durante la Messa non possono accedere alla mensa eucarìstica e che è un trattamento permeato di sfìducia verso l'uomo in quanto non è tenuta in nessun conto la coscienza soggettiva delle persone coinvolte.
La Chiesa - si afferma - dovrebbe avere il coraggio di rivedere le procedure canoniche delle dichiarazioni di nullità matrimoniale che sono lunghe, penose e onerose, riconoscendo, a seguito di un semplice giuramento, l'inesistenza indimostrabile in foro esterno del vincolo e il diritto ad un altro matrimonio. D'altra parte - si argomenta - quan

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