Il Parlamento europeo ha approvato lo scorso 20 gennaio la Risoluzione sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia – relazione annuale 2019 .
Nel testo si muove dalla considerazione dell’impegno dell’Unione e del suo obbligo basato sul trattato di proseguire con determinazione nella protezione, promozione e rispetto dei diritti umani, sia all’interno dei suoi confini sia a livello globale. L’Unione si fonda infatti sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, della solidarietà, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani (art. 2 TUE) e la difesa di questi valori all’esterno e la promozione della democrazia, dello Stato di diritto, dell’universalità e dell’indivisibilità dei diritti umani sono al centro della sua politica estera e di sicurezza comune, conformemente all’articolo 21 TUE.
Il Parlamento si sofferma sulla considerazione delle conseguenze della attuale situazione di emergenza legata alla diffusione del Covid sui diritti umani e sulla democrazia nel mondo e nota con preoccupazione un deterioramento degli standard in materia di diritti umani e in termini di godimento delle libertà fondamentali. Ritiene che le devastanti conseguenze economiche e sociali della crisi siano state utilizzate come pretesto, fra l’altro, per manipolare le istituzioni statali e limitare le libertà fondamentali e i diritti umani, compresi i diritti delle persone o dei gruppi esposti alla discriminazione, come le minoranze religiose e di credo, e le persone LGBTI, per scopi non connessi alla pandemia. A questo riguardo sottolinea un aumento degli episodi di incitamento all’odio basato sulla razza, l’etnia, la religione o la casta, l’incremento della violenza domestica e di genere e della disuguaglianza di genere.
Particolare attenzione è rivolta ai diritti delle donne e alla parità di genere. In questo contesto viene ancora una volta ribadito che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e un’adeguata educazione sessuale sono diritti umani e viene sottolineata la necessità di un forte impegno e di azioni rigorose in tale ambito da parte dell’UE e degli Stati membri. Non è stato accolto un emendamento, che tentava di inserire un riferimento di condanna della maternità surrogata.
Quanto ai diritti dei minori, il PE ribadisce il suo appello all’UE e ai suoi Stati membri affinché intensifichino la cooperazione e il dialogo con i paesi terzi, dando priorità ai diritti e alla protezione dei minori, con l’obiettivo di rispettare i diritti dei minori in tutto il mondo e di garantire che nessun minore venga lasciato indietro. Esorta a tale riguardo l’UE e i suoi Stati membri a cooperare con i paesi partner e a impegnare ulteriori risorse finanziarie, in particolare nel quadro dell’aiuto pubblico allo sviluppo, in materia di salute e istruzione dei minori, eliminazione del lavoro minorile, lotta contro la violenza, abusi sessuali e matrimoni precoci e forzati, tratta e sfruttamento, reclutamento e impiego nei conflitti armati. Sottolinea che l’istruzione è uno strumento essenziale per combattere la discriminazione e la violenza contro i minori.
Alcuni paragrafi sono dedicati ai diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Al riguardo il PE condanna la tortura, la persecuzione e l’uccisione di persone LGBTI e l’incitamento alla violenza contro di loro e invita l’UE a svolgere un ruolo di primo piano nella difesa dei diritti umani e nella lotta contro la discriminazione delle persone LGBTI. Inoltre chiede all’UE di utilizzare tutti gli strumenti per sostenere la decriminalizzazione delle relazioni sessuali tra partner dello stesso sesso consenzienti.