UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI GIURIDICI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sistema comune di asilo

Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre e lavori preparatori della Commissione europea
13 Febbraio 2018

Fra i diversi argomenti discussi  dal Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre scorso assume particolare significato anzitutto il dibattito sui temi sociali, sull'istruzione e la cultura.

La discussione ha preso le mosse nel quadro dell'agenda dei leader su cultura e istruzione e del vertice sociale tenutosi a Göteborg nel novembre 2017. Le priorità messe in evidenza per un maggiore sviluppo della dimensione sociale dell'UE, hanno riguardato:

  • attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali a livello dell'UE e nazionale;
  • agevolazione di un dialogo sociale ben funzionante a tutti i livelli;
  • progressi sui fascicoli sociali in sospeso a livello dell'UE;
  • seguito delle priorità del piano d'azione dell'UE per contrastare il divario retributivo di genere.
  • Sono state condivise inoltre le seguenti priorità:
  • rendere il programma Erasmus+ più ampio e inclusivo;
  • consentire agli studenti di ottenere un diploma combinando gli studi in diversi paesi dell'UE;
  • assicurare che un maggior numero di giovani parli almeno due lingue straniere europee;
  • promuovere la cooperazione in materia di riconoscimento reciproco dei titoli di istruzione superiore e di completamento degli studi a livello di istruzione secondaria. La discussione mirava, tra l'altro, a preparare il terreno per un accordo sulla riforma del sistema di asilo entro giugno 2018: la questione delle quote obbligatorie rimane controversa, sebbene gli animi siano molto più pacificati di prima. “Sembra molto difficile trovare un compromesso”, ma nel mese di marzo saranno valutati i progressi in materia, “mentre i leader desiderano prendere una decisione a giugno”.
  • Il dibattito si è basato su una nota diffusa dal Presidente prima del vertice incentrata sui seguenti temi:
  • Un altro argomento che ha visto impegnato il Consiglio europeo è stato quello della Migrazione. Al riguardo, si è tenuto un dibattito sulle dimensioni esterna e interna della politica migratoria dell'UE.
  • La Commissione è invitata a presentare delle proposte nella primavera del 2018 di modo che possano essere adottate dal Consiglio quanto prima.
  • prevenire gli arrivi di massa alle frontiere esterne ;
  • contrastare le cause profonde della migrazione;
  • superare gli stalli interni che ostacolano i progressi di questa politica.I lavori preparatori della Commissione europea
  • In vista del Consiglio europeo la Commissione ha fornito un contributo per il dibattito tematico sul futuro della dimensione interna ed esterna della politica di migrazione. In particolare, è stata proposta una tabella di marcia politica per raggiungere, entro giugno 2018, un accordo globale su una politica migratoria sostenibile. “Anche se stiamo lasciando la situazione di crisi, è evidente che la migrazione resterà una sfida per la nuova generazione di cittadini europei”, ha dichiarato il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker . “L'Europa ha urgente bisogno di dotarsi di mezzi adeguati alle esigenze future per gestire la migrazione in modo responsabile ed equo. Negli ultimi tre anni abbiamo compiuto progressi concreti: è ora il momento di tradurre le proposte in leggi e le leggi in fatti”.

Durante gli ultimi tre anni è emerso un nuovo approccio dell'UE alla gestione della migrazione: un approccio che mira a sostenere gli Stati membri più esposti a rafforzare la protezione delle frontiere esterne dell'UE e a potenziare la cooperazione con i paesi partner. I lavori coordinati hanno permesso di stabilizzare una situazione estremamente instabile (nel 2017 gli arrivi irregolari nell'UE sono calati del 63%), ma la tendenza per i prossimi anni e fattori quali i cambiamenti climatici, la situazione relativa alla sicurezza e la compagine demografica dell'UE e del suo vicinato indicano che l'immigrazione rimarrà una sfida per decenni.

La Commissione raccomanda ai leader di proseguire i lavori assicurando progressi rapidi nella riforma del sistema europeo comune di asilo dell'UE, rafforzando ulteriormente i partenariati con i paesi terzi, continuando ad aprire vie di accesso legali all'Europa e garantendo finanziamenti adeguati per il futuro.

Le diverse proposte formulate in questi anni dalla Commissione europea e dirette a creare un sistema europeo comune di asilo, sono andate avanti a rilento; per questo motivo si chiede ora al Consiglio europeo di sbloccare il dibattito mediante un approccio più efficace e più equo al fine di bilanciare i principi della solidarietà e della responsabilità.

Ad avviso della Commissione, un passo avanti verso la riforma del sistema Dublino potrebbe prevedere l'obbligo di ricollocazione solo per le situazioni di crisi grave, mentre per le situazioni meno problematiche la ricollocazione si fonderebbe su impegni volontari degli Stati membri.

La Commissione raccomanda al Consiglio di considerare le sue proposte nel loro insieme, con l'obiettivo di approvare, entro giugno 2018, una revisione del regolamento Dublino nel quadro di un accordo più ampio su tutte le riforme proposte. Mentre le discussioni sugli aspetti fondamentali della solidarietà e responsabilità proseguono, alcuni elementi del pacchetto, come le proposte riguardanti l'Agenzia europea per l'asilo ed Eurodac, possono essere adottati entro marzo 2018 in modo da gettare le basi operative del sistema di asilo riformato.

Al fine di fornire assistenza immediata agli Stati membri per la protezione delle frontiere esterne, ad avviso della Commissione l'UE deve rendere pienamente operativa la nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera per portare a termine la creazione di un sistema efficace di gestione delle frontiere esterne. Gli Stati membri devono garantire, entro marzo 2018, che tutti i mezzi e il personale necessario per la riserva di reazione rapida dell'Agenzia siano pronti per essere dispiegati.

Sempre per la Commissione è necessario consolidare la dimensione esterna della politica migratoria, garantendo la piena attuazione della dichiarazione UE-Turchia e un maggiore impegno con i paesi terzi partner e le agenzie delle Nazioni Unite.

Per dissuadere la migrazione irregolare e smantellare il modello di attività dei responsabili della tratta di esseri umani, l'UE deve offrire un'alternativa ai viaggi rischiosi aprendo vie di accesso legali e sicure per coloro che hanno realmente bisogno di protezione. È inoltre necessario che gli Stati membri procedano a reinsediare altri 50 000 rifugiati vulnerabili entro maggio 2019. Nel contempo gli Stati membri devono assicurare il rimpatrio e la riammissione rapidi ed efficienti di coloro che non hanno diritto di restare nell'UE. Gli Stati membri dovrebbero garantire il pieno funzionamento della capacità di rimpatrio nell'ambito dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera entro maggio 2018 e, entro giugno 2018, aumentare del 50% rispetto al 2017 il numero di migranti rimpatriati in operazioni organizzate in collaborazione con l'Agenzia.

Tramite la task force congiunta dell'Unione europea/Unione africana/Nazioni Unite, istituita il 29 novembre 2017, gli Stati membri dovrebbero sostenere l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ad accelerare i rimpatri dalla Libia, con ulteriori 15 000 rimpatri volontari assistiti finanziati dalla Commissione da effettuare entro febbraio 2018.

Sul fronte dei finanziamenti utili per gestire la migrazione, la Commissione ricorda che dal 2015 l'UE ha aumentato di quasi il 75% i finanziamenti messi a disposizione nell'ambito dei Fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna e per le agenzie dell'UE. I leader dovrebbero ora riflettere su come garantire finanziamenti per la dimensione esterna della migrazione e assicurare una mobilitazione rapida delle risorse per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire la protezione dei rifugiati e dei migranti. Il prossimo quadro finanziario pluriennale (il bilancio settennale dell'UE) dovrebbe tener conto delle esperienze degli ultimi tre anni e prevedere strumenti flessibili per rispondere alle sfide migratorie future.